Un animaletto domestico, docile, obbediente. Il suo sorriso si intravede dall’alto di un paio di jeans a vita bassa, oppure dal basso di una gonna spiritosa. Quando esce al guinzaglio della sua padroncina tutti l’ammirano per quello che è. Una meraviglia della natura, i due emisferi delle vecchie carte geografiche della scuola della nostra infanzia, due mondi che si abbracciano e si strofinano. Come la luna è la nostra compagna nelle notti insonni d’estate, così queste lune gemelle sono il pianeta attorno al quale noi satelliti mortali sognamo di appartenere, ogni volta che le vediamo discendere e risalire, ora una, ora l’altra, che giocano con la nostra fantasia e il nostro desiderio. Ma ci dobbiamo accontentare di ruotargli attorno, anche per l’eternità. Una torta alla panna, che ci ondeggia davanti agli occhi e che un paio di tacchi a spillo strappa via dal nostro respiro mozzato.

giovedì 19 aprile 2012

Teresa 4 - La mia consuocera


Finito con molta soddisfazione il mio personalissimo servizio fotografico, decisi di passare all’azione, prima che il sangue assorbito dal mio amico mi riducesse ad un cencio bianco e slavato.
Mi sdraiai sul letto con la mia piramide in evidenza e Teresa sembrava non aspettasse altro. Si mise di spalle, in piedi, e piano piano piegò le sue gambe fino a penetrarsi da sola e poi si appoggiò con le mani all’indietro, fino a trovare la posizione più comoda ed iniziò a stantuffare.
Prima lentamente, assaporando con la lingua come se stesse mangiando un dolce alla cioccolata. A mano a mano iniziò a spingere sempre più a fondo e ad andare più veloce, accompagnando ogni colpo con un piccolo gridolino da adolescente, veramente eccitante.
Io nel frattempo mi gustavo lo spettacolo di quel fantastico culo alla Michela Roth, saltellante e vivo. Non durò molto la mia signora attempata. Venne dopo pochi minuti e sentii la sua micia succhiare la testa del mio amico come non mai, come una trentenne al massimo della potenza ormonale, accompagnata da un battito come un martello pneumatico e un sospiro pesante. Mi disse che non voleva farsi sentire dai ragazzi, che dormivano nella camera a fianco. Cuore di mamma non si smentisce mai!
Io invece non ero ancora venuto e decisi di assaporare quel mappamondo a dovere. La presi dolcemente e la misi in ginocchio piegata in avanti. Iniziai a leccare il centro del mappamondo, sia la micia che l’accesso di emergenza (detto in questo modo da un mio amico che provvedeva ad adoperarlo solo nel caso in cui l’accesso principale fosse ostruito dal ciclo mensile), entrambi disponibili.
Lei grondava di umori e non ebbi difficoltà a dargli una bella ripassata per l’accesso principale, facendole stringere nei pugni le lenzuola fino a farle volare. Poi le chiesi se le sarebbe piaciuto essere penetrata anche dietro. Lei mi disse che era qualche anno che non le capitava ma aveva un buon ricordo delle esperienze avute e avrebbe gradito.
Dietro suo consiglio, presi l’olio per il corpo che usava lei e lubrificai sia l’accesso di emergenza che il mio amico e pianissimo iniziai l’opera di esplorazione e penetrazione. Era strettissimo, come la vagina di una vergine e lei aveva un po’ paura e si sentiva. Dopo mezza bottiglia di olio e un bel po’ di tentativi, riuscii a penetrarla a fondo, riuscendo a strapparle ripetutamente delle urla di gioia, nonostante i ragazzi in ascolto. Poi lei si piazzò nuovamente sul mio amico, usando il nuovo accesso e continuando a stantuffare a dovere. Devo dire che una donna così tranquilla, rilassata e disinibita non l’avevo mai incontrata e seguirono grandi nottate di sesso tra di noi, i mesi successivi. Fantastiche, direi!

4 - Fine
 

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