Un animaletto domestico, docile, obbediente. Il suo sorriso si intravede dall’alto di un paio di jeans a vita bassa, oppure dal basso di una gonna spiritosa. Quando esce al guinzaglio della sua padroncina tutti l’ammirano per quello che è. Una meraviglia della natura, i due emisferi delle vecchie carte geografiche della scuola della nostra infanzia, due mondi che si abbracciano e si strofinano. Come la luna è la nostra compagna nelle notti insonni d’estate, così queste lune gemelle sono il pianeta attorno al quale noi satelliti mortali sognamo di appartenere, ogni volta che le vediamo discendere e risalire, ora una, ora l’altra, che giocano con la nostra fantasia e il nostro desiderio. Ma ci dobbiamo accontentare di ruotargli attorno, anche per l’eternità. Una torta alla panna, che ci ondeggia davanti agli occhi e che un paio di tacchi a spillo strappa via dal nostro respiro mozzato.

giovedì 12 aprile 2012

Teresa 2 - La mia consuocera

Fino a che Matteo e Roberta organizzarono un bel weekend in montagna. Fino a qui niente da dire. Una coppia di giovani piena di sana passione ed ormoni in fermento necessita di spazio e tempo per stare da sola e sfogarsi.
Invece Matteo e Roberta fecero il diavolo a quattro per riuscire a coinvolgere anche me e Teresa. Come se non vedessero l’ora che anche noi ci mettessimo assieme.
Ne parlammo anche, io e Teresa. Ma che i sono messi in testa questi ragazzi? Ci vogliono far sposare, disse Teresa ridendo.
Al che io le risposi che si, effettivamente mi sarei anche risposato, ma non con lei. Dopo un lunghissimo attimo di gelo, scoppiammo entrambi a ridere. Era impossibile costruire un rapporto serio tra noi due. Troppo smaliziati e troppo complici per concentrarci sull’attrazione fisica, che devo dire, Teresa esercitava su di me in maniera poderosa.
Fu tutto inutile, ovviamente. Teresa non seppe resistere a sua figlia e convinse anche me, che certo non avrei voluto fare l’orso davanti a mio figlio, che effettivamente ci teneva tanto.
Un venerdì così partimmo per un bell’agriturismo sull’Appennino, per passare qualche giorno in campagna a contatto con la natura e la buona tavola.
Già in macchina io e Teresa eravamo stati messi in mezzo dai due rampolli, che evidentemente avevano organizzato veramente tutto. Ci portarono prima a fare un giro in paese in cerca di souvenir e prodotti tipici, mentre in realtà ci avevano organizzato una cena in un ristorantino.
Ci sedemmo su due tavoli distinti, leggermente distanziati, debitamente accoppiati. Il menu era a sorpresa e non avevamo possibilità di scegliere nulla che i due piccoli farabutti non avessero già scelto.
Il menu prevedeva uno spettacolare risotto ai funghi porcini, una porzione di capriolo alla valdostana e una torta di ricotta. Il tutto debitamente innaffiato con uno strepitoso vino rosso locale.
Una cena strepitosa, che sia io che Teresa, piuttosto attenti alla linea non avremmo mai, e dico mai, ordinato. Ma se qualcuno ti obbliga, uno si sacrifica, anche volentieri.
Come sempre, una buona cena, con la persona giusta, crea il clima giusto per un ottimo dopocena.
Anche Matteo e Roberta, che invece avevano cenato piuttosto leggeri (furbetti), appena si accorsero che noi eravamo in conversazione piuttosto amichevole e intima, chiesero il conto e ci portarono i soprabiti.
Salimmo in macchina e cambiammo i posti. Noi due dietro e loro due davanti. Ormai i freni stavano cedendo e la passione cominciava a fare capolino, tra le nostre mani che si cercavano.
Arrivammo all’agriturismo e prendemmo possesso delle camere. Due matrimoniali. Se non fossimo stati già così caldi e affiatati, indubbiamente avremmo avuto qualche ritrosia ad entrare in quella camera assieme. Invece ci sembrò assolutamente naturale prendere la chiave e chiudere la porta alle nostre spalle restando soli in quella stanza. E il piano di Matteo e Roberta aveva funzionato veramente alla perfezione.

2 - Continua