Fino a che Matteo e Roberta organizzarono un bel weekend in
montagna. Fino a qui niente da dire. Una coppia di giovani piena di sana passione
ed ormoni in fermento necessita di spazio e tempo per stare da sola e sfogarsi.
Invece Matteo e Roberta fecero il diavolo a quattro per
riuscire a coinvolgere anche me e Teresa. Come se non vedessero l’ora che anche
noi ci mettessimo assieme.
Ne parlammo anche, io e Teresa. Ma che i sono messi in testa
questi ragazzi? Ci vogliono far sposare, disse Teresa ridendo.
Al che io le risposi che si, effettivamente mi sarei anche
risposato, ma non con lei. Dopo un lunghissimo attimo di gelo, scoppiammo
entrambi a ridere. Era impossibile costruire un rapporto serio tra noi due.
Troppo smaliziati e troppo complici per concentrarci sull’attrazione fisica,
che devo dire, Teresa esercitava su di me in maniera poderosa.
Fu tutto inutile, ovviamente. Teresa non seppe resistere a
sua figlia e convinse anche me, che certo non avrei voluto fare l’orso davanti
a mio figlio, che effettivamente ci teneva tanto.
Un venerdì così partimmo per un bell’agriturismo sull’Appennino,
per passare qualche giorno in campagna a contatto con la natura e la buona
tavola.
Già in macchina io e Teresa eravamo stati messi in mezzo dai
due rampolli, che evidentemente avevano organizzato veramente tutto. Ci
portarono prima a fare un giro in paese in cerca di souvenir e prodotti tipici,
mentre in realtà ci avevano organizzato una cena in un ristorantino.
Ci sedemmo su due tavoli distinti, leggermente distanziati,
debitamente accoppiati. Il menu era a sorpresa e non avevamo possibilità di
scegliere nulla che i due piccoli farabutti non avessero già scelto.
Il menu prevedeva uno spettacolare risotto ai funghi
porcini, una porzione di capriolo alla valdostana e una torta di ricotta. Il
tutto debitamente innaffiato con uno strepitoso vino rosso locale.
Una cena strepitosa, che sia io che Teresa, piuttosto
attenti alla linea non avremmo mai, e dico mai, ordinato. Ma se qualcuno ti
obbliga, uno si sacrifica, anche volentieri.
Come sempre, una buona cena, con la persona giusta, crea il
clima giusto per un ottimo dopocena.
Anche Matteo e Roberta, che invece avevano cenato piuttosto
leggeri (furbetti), appena si accorsero che noi eravamo in conversazione
piuttosto amichevole e intima, chiesero il conto e ci portarono i soprabiti.
Salimmo in macchina e cambiammo i posti. Noi due dietro e
loro due davanti. Ormai i freni stavano cedendo e la passione cominciava a fare
capolino, tra le nostre mani che si cercavano.
2 - Continua