Un animaletto domestico, docile, obbediente. Il suo sorriso si intravede dall’alto di un paio di jeans a vita bassa, oppure dal basso di una gonna spiritosa. Quando esce al guinzaglio della sua padroncina tutti l’ammirano per quello che è. Una meraviglia della natura, i due emisferi delle vecchie carte geografiche della scuola della nostra infanzia, due mondi che si abbracciano e si strofinano. Come la luna è la nostra compagna nelle notti insonni d’estate, così queste lune gemelle sono il pianeta attorno al quale noi satelliti mortali sognamo di appartenere, ogni volta che le vediamo discendere e risalire, ora una, ora l’altra, che giocano con la nostra fantasia e il nostro desiderio. Ma ci dobbiamo accontentare di ruotargli attorno, anche per l’eternità. Una torta alla panna, che ci ondeggia davanti agli occhi e che un paio di tacchi a spillo strappa via dal nostro respiro mozzato.

domenica 1 aprile 2012

Chiara 2 - L'amica di mia figlia

Così continuo a fare le mie cose al computer, guardando schermo e tastiera, sperando che lei desista dalle sue intenzioni. Suvvia, è poco più che una ragazzina e certe cose non si fanno.

-          Lo sai che stanotte ti ho sognato Marco?
-          Ah si – faccio io, facendo l’indifferente – deve essere stato un incubo, immagino. Hai mangiato pesante ieri sera?
-          Se sapessi… – mi fa lei, lasciando la frase a metà
-          Se sapessi cosa?
-          Se sapessi cosa facevi nel sogno – mi fa lei –facevi un sacco di cose.
-          Che cose?
-          Cose carine.
-          Mah – faccio io – non credo che io faccio cose carine, in genere faccio cose normali
-          Infatti, era un sogno, purtroppo tu fai solo cose normali.

Questa frase mi colpì. Perché purtroppo? Fermai la mia mano e mi girai lentamente verso di lei.

-          Perché purtroppo? – le ripetei la domanda fatta a me stesso
-          Non lo so – fa lei – io ti ho sempre visto come l’uomo che sa sempre quello che vuole, che si getta tra le fiamme, Valentina ha sempre detto che il suo uomo dovrà essere come te… insomma, a confronto con gli altri uomini che conosco tu sei un vero uomo e mi piacerebbe che…

Lei abbassò lo sguardo, ammutolita. Io, del tutto preso dal suo discorso, le misi la mano sotto il mento e le alzai il viso verso di me.

-          Vediamo un po’, che cosa ti piacerebbe che io facessi? – le feci io, con un tono paterno
-          Dovresti, diciamo essere un po’ più… insomma Marco, io sono cotta di te!

Silenzio. E ora che si fa? Non volevo ferire i suoi sentimenti. E così cercai di prendere tempo. Cominciai a carezzarla e a scherzare un po’ sulla cosa. Poi dopo un po’ di risate, mi feci serio.

-          Chiara, vedi, tra me e te c’è un abisso. Tu sei una ragazza giovane e bellissima, io un uomo attempato, che ormai comincia a guardare la vita facendo dei bilanci. Non si può iniziare una storia con questi presupposti! E poi che dici a Valentina?
-          A me non importa nulla che tu sia un uomo così grande. Io ti amo e basta. A me sono sempre piaciuti gli uomini più grandi. Fino all’anno scorso stavo con uno stronzo, che era anche sposato… poi mi ha detto che tra la moglie e me avrebbe preferito la moglie. E ora sono di nuovo sola
-          Vedi che succede? – le feci io, avendo un appiglio per tirarmi fuori dal pantano nel quale mi stavo cacciando – come fai ad innamorarti di un uomo più grande? Non c’è verso di andare avanti!
-          Ma tu non sei sposato – mi fa lei, sorridendo – e poi io non voglio stare con te per tutta la vita. Io poi mi accontenterei di poco.

Ecco, l’offerta era lì. Toccava a me andarla a vedere.

-          Cosa dovrei fare allora? Cosa è questa piccola cosa che vuoi?

Lei non mi lasciò finire la frase che si buttò sulle mie labbra, baciandomi con una passione inaudita. Poi iniziò a baciarmi sul torace e sui capezzoli.

2 - Continua