Un animaletto domestico, docile, obbediente. Il suo sorriso si intravede dall’alto di un paio di jeans a vita bassa, oppure dal basso di una gonna spiritosa. Quando esce al guinzaglio della sua padroncina tutti l’ammirano per quello che è. Una meraviglia della natura, i due emisferi delle vecchie carte geografiche della scuola della nostra infanzia, due mondi che si abbracciano e si strofinano. Come la luna è la nostra compagna nelle notti insonni d’estate, così queste lune gemelle sono il pianeta attorno al quale noi satelliti mortali sognamo di appartenere, ogni volta che le vediamo discendere e risalire, ora una, ora l’altra, che giocano con la nostra fantasia e il nostro desiderio. Ma ci dobbiamo accontentare di ruotargli attorno, anche per l’eternità. Una torta alla panna, che ci ondeggia davanti agli occhi e che un paio di tacchi a spillo strappa via dal nostro respiro mozzato.

lunedì 16 aprile 2012

Teresa 3 - La mia consuocera

Non ci fu bisogno di parole, di sguardi, di ammiccamenti. Quello che bolliva nella pentola esplose con la passione e l’intensità giusta. 
Io rimasi attaccato con le spelle alla porta, mentre Teresa incollo’ la bocca alla mia, infilandomi la lingua fino alle tonsille. Una lingua lunghissima, veramente mai provata prima. Poi iniziò a baciarmi i lobi degli orecchi e a sbottonarmi la camicia, facendomi la cosa preliminare che mi piace di più, leccarmi i capezzoli.
Non riuscivo a muovermi dalla porta. Lei aveva in mano il pallino della partita e continuò a giocare sempre lei, fino a togliermi tutto e ad iniziare una superba fellatio, che durò penso almeno una mezz’ora. Se penso al paradiso, dovrebbe essere una cosa come la mia sensazione durante quella mezz’ora di passione di Teresa verso il mio amico.
Era veramente incredibile, usava qualsiasi cosa, una volta la lingua, una volta i denti, rigando tutta la lunghezza dell’arnese, una volta solo le labbra, una volta perfino la gola e poi il seno, affogando il mio povero attrezzo riproduttivo nella strepitosa perfezione del suo balcone.
Non voglio annoiarvi con la descrizione di quella mezz’ora, ma la cosa incredibile è che ero eccitato come un lupo in calore alla vista della prima femmina dopo anni e anni e nonostante ciò non avevo la minima sensazione di stare per arrivare all’orgasmo. Sentivo un membro assolutamente di marmo, un cuore che batteva all’impazzata e che pompava sangue verso il mio amico ormai del tutto impazzito.
Quando lei, da vera esperta della materia, si rese conto di essere arrivata al limite oltre il quale probabilmente avrei provveduto in pochi minuti ad imbiancare le pareti della camera senza alcun bisogno di vernice e pennello, si ritrasse improvvisamente. Si alzò in piedi ed iniziò a spogliarsi. E fu lì che vidi quello di cui avevo bisogno in quel momento. Dopo un sensualissimo togliersi ogni abito, rimase con un completino nero, con un perizoma che lasciava intravedere la sfacciata perfezione del mappamondo di Teresa, un culo ben tenuto da anni di palestra che nonostante i cinquant’anni suonati sfidava sfrontatamente con ottimi risultati la forza di gravità.
Riavutomi dall’ebbrezza di tutta quella passione e dai gemiti di soddisfazione di Teresa, la mia Sharon Stone personale, decisi di immortalare quei momenti con la mia macchina fotografica. Lei, assolutamente smaliziata, non si ritrasse né sembrò disturbata dalla mia iniziativa. Anzi, trovò delle pose assolutamente perfette, sia per luce che per sensualità.

3 - Continua