La serata si era fatta a mano a mano più piacevole per
entrambi. Io cominciavo a farle complimenti sempre più audaci e lei sembrava
gradire alquanto. Dopo l’ultimo bicchiere di borgogna lei ormai era cotta al
punto giusto e decisi di provare l’affondo.
- - Ho un regalo per te - le dissi
Lei ovviamente mi chiese di cosa si trattasse ma io la tenni
sulle corde.
- - E’ un regalo un po’ speciale, che vorrei darti in un
posto diverso da questo – le dissi guardandomi in giro
- -Veramente? Dai dimmi cosa è!
- -Niente da fare – feci io duro – paghiamo e usciamo, poi
vedrai di che si tratta.
E così ci incamminammo per i viali di Parigi, verso la
metro. Ormai tra noi c’era un bel feeling e camminavamo mano nella mano.
Lei mi chiese di accompagnarla a casa. Veniva spesso da
quelle parti lei e sapeva come affittare una casa a poco prezzo.
Salimmo al quarto piano e lei si fermò davanti la porta,
appoggiandosi di schiena.
-
Vuoi entrare? – mi fece lei.
-
Direi di si – feci io – devo darti il regalo.
Entrammo e ci sedemmo sul divanetto vicino alla televisione.
Lei si mise in attesa, sciogliendo e riannodando la lunga coda bionda con un
sorriso abbastanza esplicito.
Io, con naturalezza, estrassi il pacchettino dal giaccone e
glielo porsi.
Lei guardò il pacchetto, poi guardò me. Come per dire,
chissà che mi credevo fosse questo regalo, e comunque era sempre meglio se mi
mettevi subito le mani addosso.
Io con molta calma le spiegai il funzionamento di quel
regalo. Lei avrebbe dovuto mettere in bocca il cioccolatino con scritto “elle”
e io il cioccolatino con scritto “il”. Poi, senza ingoiare, avremmo dovuto
baciarci. La combinazione dei due sapori sarebbe stata fantastica.
Lei fece un’altra bella risata fragorosa, sollevata. Si fa
roba, finalmente, avrà pensato.
Prese delicatamente il suo cioccolatino e lo mise tutto in
bocca, chiudendo gli occhi. Io misi in bocca rapidamente il mio e la tirai
verso di me, baciandola avidamente.
Devo dire che quel diavolo di pasticcere era veramente un
mago della cioccolata. La combinazione tra la cioccolata bianca contenuta nel
suo ed il fondente contenuto nel mio fecero in modo che le nostre lingue
cercassero avidamente di assaporare tutto quel ben di dio, restando a
massaggiarsi per un bel po’ di minuti. Fino a che la mia mano si allungò sul
suo tostissimo culo americano.
Iniziai a scendere sul collo e a sbottonarle la camicetta.
Lei era eccitata in modo incredibile e scattava come un puma ad ogni bacio.
Quando iniziai a leccarle l'aureola dei capezzoli lei mi tolse la faccia e mi
spinse dall’altra parte del divano, avventandosi come una furia sui miei
pantaloni.
Mi slacciò rapidamente tutto e iniziò a baciare il mio amico,
ben contento di quelle attenzioni al gusto di cioccolata.
Dopo un po’ mi prese la mano e mi portò nella sua camera. Io
mi sdraiai sul letto e lei iniziò a spogliarsi lentamente, fino a restare in
perizoma. Iniziò a fare una danza lenta e sensuale davanti allo specchio, così
decidetti di non farmi scappare l’occasione.
-
Posso farti una foto? – le chiesi, quasi supplicandola.
Lei alzò le spalle, come per dire fai pure. E le feci un po’
di foto.
Mi salì addosso e mi sdraiò, infilandosi rapidamente quanto
doveva nel posto giusto. Fu una cavalcata memorabile, con la sua coda
sballonzolante e il suo seno quasi immobile, legato nel sobbalzare al resto del
corpo.
Venne dopo pochi secondi, con un orgasmo violento che le
provocò forti tremori, fino quasi a farla piangere dal piacere. Che roba,
ragazzi.
Approfittando del momento, la presi e la girai, mettendola
in ginocchio davanti a me. Le presi con la destra la coda e con la sinistra le
pizzicavo il culo, ritmicamente. Devo dire che tra yeah, oh my god, babe, mi
sembrava di essere il protagonista di un porno e questo mi eccitava ancora di
più.
Venimmo insieme e io, per non essere da meno del suo
strepitoso orgasmo, mi lasciai andare a qualche bel gemito di gradimento.
Facemmo l’amore ancora per un paio d’ore intensamente, poi
ci addormentammo entrambi, rilassati.
Il giorno dopo era sabato e nessuno lavorava. Enrico era in
giro con la moglie che era venuto a trovarlo e io mi svegliai nel letto di
Diane. Ma lei non c’era.
Mi alzai per cercarla. E lei invece era in cucina. Si era
infilato un bel perizomino rosso e mi stava preparando una bella sostanziosa
colazione stile english breakfast, con tanto di uova e pancetta. Le feci un’altra
foto e apprezzai molto sia la colazione che ovviamente il resto del weekend.
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