Non sono attratto normalmente dalle ventenni. Le ho sempre considerate acerbe, come dicono gli spagnoli, un po’ “verdi”. A vent’anni mi piacevano le “signore”, le donne sposate, diciamo. A trent’anni mi piacevano le coetanee e a quaranta pure. Ma evidentemente con l’età questa cosa può cambiare in modo imprevedibile.
Ora che ho una figlia grande che ha vent’anni, ho cominciato a guardare le ragazze di quell’età in maniera un po’ diversa.
Chiara è una compagna di università di mia figlia Valentina. Una ragazza di un metro e settanta, fisicamente molto ben proporzionata (ho notato che ha anche un gran bel culo, ovviamente!), mora con la frangetta e i capelli di media lunghezza.
Sono molto amiche e escono spesso assieme e ogni tanto lei viene anche a pranzo da noi. Non è dato sapere se hanno ragazzi, fidanzati o simili. Diciamo che sono entrambi due belle ragazze sportive e in salute e come ogni bel fiore sbocciato sicuramente ci saranno svariati mosconi che le gireranno intorno.
Sono molto amiche e escono spesso assieme e ogni tanto lei viene anche a pranzo da noi. Non è dato sapere se hanno ragazzi, fidanzati o simili. Diciamo che sono entrambi due belle ragazze sportive e in salute e come ogni bel fiore sbocciato sicuramente ci saranno svariati mosconi che le gireranno intorno.
Essendo io un genitore separato, vivo la mia vita sentimentale con serenità e Valentina ha accettato questa cosa da donna adulta e consapevole. Per questa cosa però non so come la prenderà se venisse a saperlo!
Tutto è iniziato un giorno d’inizio estate. Erano le nove e mezza di mattina e io ero appena uscito dalla doccia.
- Ciao! Sono Chiara. Marco, mi fai salire che devo chiederti una cosa urgente?
- Ciao Chiara, Sali, ti apro.
Mi finisco di asciugare velocemente e mi infilo un paio di pantaloncini. Vado ad aprire a torso nudo. Chiara è di casa, non c’è problema.
Apro la porta e lei si presenta come sempre, con il suo bel vestitino corto, abbastanza poco coperta. Resto un po’ così, a guardarla senza dire niente. Lei mi dà una rapida squadrata dalla testa ai piedi, con il suo bel sorriso da furbetta.
- Posso entrare? – mi fa lei, indicando la porta – devo chiederti un consiglio per una cosa che devo preparare con il computer.
- Ah sì sì – faccio io, riavendomi dalla sorpresa – vieni di là nello studio che vediamo subito.
Andiamo e accendo il computer. Lei si siede accanto a me e io inizio a lavorare. Dopo un po’ che parliamo mi accorgo che lei ha la gamba sinistra attaccata alla mia destra e la testa molto vicino alla mia spalla.
- Ma che buon profumo usi, Marco. Non mi allontanerei mai da te! – mi fa lei, dopo aver inspirato profondamente il mio profumo di corpo fresco di bagno.
- Ti piace? E’ il profumo che mi ha regalato Valentina per la festa del papà – le faccio io, orgoglioso.
- Tu non lo sai, ma l’ho scelto io per te. Sapevo che ti sarebbe piaciuto. A me fa impazzire. Che buono – e così dicendo avvicina il naso al mio torace e dà un’altra annusata chiudendo gli occhi.
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