Mi piace viaggiare per lavoro. Si viaggia in aereo, si alloggia nei migliori hotel e si incontra gente interessante. L’ultima volta che sono andato a Parigi è stato particolarmente divertente.
Sapevo che stava partendo un progetto che avrebbe coinvolto diverse divisioni. Che detto in linguaggio meno aziendale, si trattava di girare per l’Europa e lavorare con tante persone di tanti paesi diversi. In più ci sarebbero state persone provenienti anche dalla sede principale, cioè New York.
La collega che avrebbe lavorato con me e con Enrico era Diane. Ricordo ancora il giorno che ci siamo conosciuti. Io stavo litigando con Enrico per come far uscire una serie di dati dal sistema e abbiamo sentito dei tacchi che si avvicinavano.
Si è aperta la porta ed è entrata. Noi ci siamo alzati in piedi per salutarla. Aveva un’abbigliamento comodo, da viaggio. Felpa, jeans e un bel tacco dodici che non guasta. Un metro e settantacinque abbondanti, capelli biondi legati e un bel paio di occhi verdi, incorniciati da un sorriso a centoventidue denti e una pioggia di lentiggini.
- Hi. Diane – fa lei, posando il bagaglio e allungando la mano verso di noi.
- Nice to meet you, Diane. I’m Marco and he is Enrico – le faccio io, stringendole la mano e guardandola fissa negli occhi.
Enrico, molto più sciolto di me con l’inglese, attacca a parlare di lavoro e lei annuisce, mentre io le faccio cenno di accomodarsi. Lei mi fa segno di aver capito, ma poi alza la mano destra con due dita dritte.
- Ok. Just a second. – fa lei. Aveva bisogno del bagno.
Le indico la strada e lei rigrazia.
Poi si gira e si incammina. E finalmente capisco il motivo per cui si parla tanto di questa Diane.
La meraviglia che ondeggia davanti ai miei occhi allontanandosi spiega tutto e anche di più.
Diane ha un culo semplicemente fantastico. Piccolo e sodo, che sta su e ondeggia dolcemente cullato dai tacchi. Ricorda quello di Charlize Theron. Io sono un appassionato e certe cose non le dimentico.
A parte tutto, penso che sarà dura concentrarsi solo sul lavoro, questo mese.
1-Continua
Un animaletto domestico, docile, obbediente. Il suo sorriso si intravede dall’alto di un paio di jeans a vita bassa, oppure dal basso di una gonna spiritosa. Quando esce al guinzaglio della sua padroncina tutti l’ammirano per quello che è. Una meraviglia della natura, i due emisferi delle vecchie carte geografiche della scuola della nostra infanzia, due mondi che si abbracciano e si strofinano. Come la luna è la nostra compagna nelle notti insonni d’estate, così queste lune gemelle sono il pianeta attorno al quale noi satelliti mortali sognamo di appartenere, ogni volta che le vediamo discendere e risalire, ora una, ora l’altra, che giocano con la nostra fantasia e il nostro desiderio. Ma ci dobbiamo accontentare di ruotargli attorno, anche per l’eternità. Una torta alla panna, che ci ondeggia davanti agli occhi e che un paio di tacchi a spillo strappa via dal nostro respiro mozzato.
Nessun commento:
Posta un commento